Tuesday, 12 March 2019
E’ proseguita oggi al centro di Protonterapia di Trento la visita della delegazione rumena guidata dal segretario di Stato Cristian Grasu, giunta in Trentino su incarico del Governo di Bucarest per studiare il modello sanitario provinciale, nell'ambito di un progetto europeo che si propone di favorire il confronto e lo sviluppo di collaborazioni fra le diverse realtà nazionali e regionali.
La delegazione, accolta ieri dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti e dall'assessore alla salute, Stefania Segnana, ha potuto visitare l’Ospedale Santa Chiara e oggi quella che è considerata come un’eccellenza della sanità trentina, dove opera personale ad elevata professionalità che si occupa della cura delle neoplasie infantili.
"Il modello trentino ci interessa particolarmente, ha detto Grasu, e ci auguriamo che questo sia l'inizio di una collaborazione proficua per entrambi". Mentre l’assessore Segnana, aveva evidenziato ieri come vi sia da parte del Trentino l’aspirazione a migliorare costantemente i propri standard qualitativi, anche attraverso il confronto con altri sistemi europei. Nel corso degli incontri è stata illustrata alla delegazione l'organizzazione generale del modello trentino, basato sull'Azienda provinciale per i servizi sanitari e sulla rete delle strutture ospedaliere e dei servizi di cura e riabilitazione presenti sul territorio. Uno degli obiettivi condivisi anche dalla Romania è quello di garantire un'assistenza domiciliare efficace ai pazienti anziani affetti da patologie croniche, a fronte del progressivo invecchiamento della popolazione e della necessità di non sradicare gli assistiti dal loro contesto familiare e sociale.
Il Centro di protonterapia
Unità operativa dell’ospedale Santa Chiara di Trento, è una struttura altamente specialistica dedicata alla cura dei tumori, che inoltre svolge attività di ricerca nell'ambito clinico, preclinico, spaziale, dei sensori e delle infrastrutture. La protonterapia è un trattamento radiante di precisione che utilizza particelle pesanti – i protoni – per irradiare le cellule tumorali con estrema precisione, risparmiando i tessuti sani intorno alla lesione. Il Centro dispone di due sale dotate di gantry (ovvero la struttura che permette di indirizzare con grande precisione le radiazioni, ruotando a 360° intorno al paziente) e di una sala ad uso sperimentale e di ricerca, dotata di un fascio fisso. Attualmente, Trento è l’unico Centro di protonterapia afferente ad un’azienda sanitaria pubblica in attività in Europa ed è l’unico in Italia ad essere dotato di gantry e della tecnologia PBS (pencil beam scanning) per l’erogazione del fascio di protoni. Il primo paziente adulto è stato trattato il 22 ottobre 2014 ed il primo paziente pediatrico il 21 maggio 2015: nel corso dei primi quattro anni di attività, lo studio e l’esperienza maturate dal personale del Centro hanno consentito di allargare progressivamente le tipologie di tumore trattate, conseguendo una serie di importanti primati scientifici a livello nazionale e internazionale. Nel corso del 2018 sono stati trattati 301 pazienti provenienti dal Trentino, dall'Italia e dall'estero.