Friday, 17 May 2024
Una delegazione della Provincia autonoma di Bolzano ha visitato oggi il Centro di protonterapia di Trento. Ad accogliere l’assessore alla salute, il direttore del dipartimento salute e la direttrice della ripartizione salute della provincia di Bolzano vi erano oltre all’assessore alla salute del Trentino, il direttore generale di Apss, il direttore del Centro e la direttrice della fisica sanitaria con il personale della struttura. L’obiettivo della visita è stato quello di approfondire, con uno sguardo al futuro, alcune tematiche oggetto della collaborazione di confine tra le due provincie autonome e conoscere da vicino le attività e potenzialità della protonterapia.
I due assessori alla salute hanno sottolineato l’importanza dell’accordo di confine sottoscritto che testimonia gli ottimi rapporti di collaborazione che le due Provincie autonome e le relative Aziende sanitarie stanno portando avanti. Le aree di collaborazione individuate dagli accordi di confine sono caratterizzate dall’avere un elevato grado di specializzazione delle attività e di conseguenza la necessità di avere bacini di utenza superiori a quelli delle provincie autonome prese singolarmente. Pertanto con tali accordi si sono individuati diversi ambiti clinici quali oncoematologia, ossigenoterapia iperbarica, chirurgia pediatrica, Rems, otorinolaringoiatria e protonterapia per permettere di valorizzare e sviluppare con una forte integrazione i due sistemi sanitari provinciali.
Nel corso dell’incontro sono stati illustrato agli ospiti le attività del Centro guidandoli all’interno delle camere di trattamento dei tumori e delle aree di ricerca.
Il Trentino-Alto Adige dispone oggi di una rete di radioterapia – Radioterapia dell’ospedale di Bolzano, Radioterapia dell’ospedale di Trento e Centro di protonterapia – all’avanguardia sia dal punto di vista delle risorse umane sia di sviluppo tecnologico; in questo contesto la protonterapia può conferire un beneficio clinico in per alcuni gruppi di pazienti.
Con un’esperienza quasi decennale la Protonterapia di Trento attrae sempre di più pazienti oltre a vantare un’importante attività di ricerca, grazie alla presenza di una linea sperimentale fissa, non solo in campo biomedico pre-clinico ma anche in campo aerospaziale e dei materiali.
Il Centro di Trento, unica struttura pubblica per la cura dei tumori mediante protoni in Italia, ha iniziato l'attività alla fine del 2014, con il primo paziente adulto; l'anno successivo è stato trattato con i protoni il primo paziente pediatrico. Da allora sono stati trattati nel Centro di Trento più di 2.300 pazienti di cui 550 pediatrici (più di 170 in sedazione).
Per i pazienti italiani i cicli di protonterapia sono erogati nell'ambito delle cure previste dal Sistema sanitario nazionale e sono inclusi nei Lea (livelli essenziali di assistenza). Le cure sono erogate in regime ambulatoriale o in di ricovero all’ospedale Santa Chiara di Trento e durano, mediamente, quattro-sei settimane: un periodo di tempo lungo, durante il quale i pazienti possono contare sulla presenza e sul sostegno di una rete di enti e associazioni di volontariato, che offrono supporto e assistenza durante il trattamento.